top of page
Tratto dal quotidiano "Philippine Daily Inquirer" - 29 giugno 2012
Tracey Paska

Un nuovo murale adorna la Chiesa dell'Abbazia di Nostra Signora di Montserrat.
Un magnifico capolavoro sufficiente a fare di San Beda una destinazione turistica che combina spiritualità, arte e storia.
Per parafrasare il critico John Ruskin del 19°secolo, quando la fede e il talento lavorano insieme, aspettatevi un capolavoro.
Costruita nel 1925 per servire il monastero Benedettino di Manila e il College San Beda, la cappella sulla via Mendiola è adornata di immagini divine create da Fr.Lesmen Lopez, monaco spagnolo che trascorse 8 anni dal 1931 dipingendo tutto l'interno con esclusione di una parte.
"Entri in Chiesa ed è meraviglioso" diceva il Rev.Fr.Benigno Benabarre, indicando i magnifici affreschi sul soffitto, "ma quando uscivi vedevi che questa parte era totalmente vuota".
Fr.Aelred Nilo, cappellano del dipartimento di Educazione Primaria del San Beda-Rizal era addirittura più franco: "Era una bruttissima parete bianca".
La maestosa "Apoteosi del Sacro Nome" ritrae un gruppo di personaggi benedetti nella zona del santuario, mentre scene della prima vita di Gesù Cristo sono ritratte su pannelli intorno all'altare e le 14 stazioni della Via Crucis sono rappresentate sugli archi della navata.
Incoraggiato da Padre Benabarre e grazie alla generosità di Carlos Ortoli e famiglia, i monaci benedettini hanno affidato a Padre Nilo il compito di riempire lo spazio e costui conosceva già l'artista idoneo al compito.
Le condizioni dei Monaci.
Il pittore Francesco Giannini stava restaurando dei murali del monastero di Assisi quando ha fatto amicizia con il giovane monaco Filippino nel 2006. I suoi lavori di restauro gli permettevano di "realizzare la mia chiamata (come artista)" aveva spiegato in Italiano. "E' una vocazione, non si tratta di denaro".
Creare un murale per l'Abazia di Manila era allo stesso tempo un'opportunità professionale e una spirituale.
Dopo aver collaborato con Padre Nilo sul disegno, Giannini tornò a Peschiera del Garda per lavorare in semi-reclusione. "Mia moglie era preoccupata che potessi diventare monaco" scherzava prima di spiegare "ma raggiungere le condizioni dei Benedettini (lavorare in solitudine) mi ha aiutato ad arrivare al tipo di lavoro che poteva meravigliarmi e commuovermi". Giannini passò un anno intero con bozze dettagliate prima di iniziare il dipinto vero e proprio nel 2010. Lavorando 12 ore al giorno in una palestra militare trasformata in studio, Giannini completò il suo capolavoro lo scorso Gennaio e lo spedì a Manila. "Non ebbe pace finchè il dipinto non arrivò" disse Padre Nilo riguardo alla comprensibile ansietà del suo amico.
Narrativa visuale.
Composto di 7 pannelli di tela di juta della misura di 126 metri quadrati,l'immenso dipinto è un amalgama di spiritualità arte e storia - la storia nelle Isole Filippine scritta con pigmenti vivi. La narrativa visuale inizia con i pannelli superiori che ritraggono la missione Benedettina, dalle sue origini nel monastero di Montserrat in Spagna al suo primo insediamento Filippino a Surigao. A fare da ponte fra questi, c'è la Resurrezione di Cristo che abbraccia un rosone disegnato appositamente sopra San Benedetto e sua sorella Santa Scolastica. La metà inferiore è popolata di persone che hanno avuto qualche rilevanza nella storia religiosa dei Benedettini e Filippini. Giannini ha prima abbozzato i loro ritratti in sanguigna, una tecnica vecchia di secoli che utilizza bastoncini di un minerale chiamato ematite per il suo colore rosso sangue.
Diversamente dalle scene con figure anonime di Padre Lopez, gli studi sono prevalentemente basati su fotografie di persone reali, infatti una osservazione più ravvicinata rivela padre Benabarre, Padre Nilo e lo stesso artista fra i volti benevolenti dei Monaci. Il tratto tipico di Giannini di arancioni-terra e blu-cielo più vividi di quelli dei murali invecchiati di Padre Lopez, mentre il suo stile neo-impressionistico è molto diverso da quello ispirato dalla tecnica del tardo Rinascimento. Tuttavia incorporando elementi classici, come la parete di pietra medioevale dietro ai Santi gemelli e la croce Bizantina nell'aureola di Cristo, è stata raggiunta una certa armonia fra vecchio e nuovo.
Dettagli affascinanti.
Ci sono più dettagli affascinanti nel bellissimo libro fotografico redatto da Padre Nilo per raccontare la cronaca del progetto dalla sua concezione al suo completamento. Anche le bozze a pastello originali di Giannini e i ritratti a sanguigna - lavori artistici in sé - sono stati inclusi nella mostra presso il Heritage Center di Pamanang Bedista.
Ciascuno degli uomini che hanno aiutato a riportare in vita pittorica la storia Benedettina nelle Filippine ha trovato un proprio speciale significato.
Per il 97enne Padre Benabarre è stata la soddisfazione di vedere finalmente completata la magnifica chiesa dell'abbazia. Per Padre Nilo rappresenta una visuale moderna del catechismo e della storia di fede dei monaci Benedettini nelle Filippine. E per Francesco Giannini questo è il culmine di un'espressione artistica e di un viaggio personale e spirituale, e forse anche qualcosa di più "se altri guardando il mio lavoro si commuoveranno, questa sarà la mia più grande soddisfazione".

FG

© 2013 by Francesco Giannini. All rights reserved.

  • w-facebook
  • Twitter Clean
  • Google Clean
  • w-flickr
bottom of page